Un marchio che sembrava destinato a sparire e che invece è risorto. La storia del Workers BuyOut di Gazzotti rappresenta un esempio eccezionale di coraggio e tenacia nell’affrontare le difficoltà e preservare la propria eredità professionale.
La storia
Gazzotti è azienda leader nella produzione di parquet prefiniti. E’ stata fondata nel 1910 grazie ad un’intuizione di Leonello Gazzotti, e da allora è un punto di riferimento nel settore.
Fin dagli albori Gazzotti si è impegnata nella produzione di pavimenti in legno di qualità divenendo fornitore ufficiale della Real Casa. Da allora le tecnologie costruttive si sono via via evolute. In linea con i nuovi stili di arredo di interni, i parquet Gazzotti si sono arricchiti di nuove specie legnose, nuovi formati, composizioni, schemi di posa. La cultura produttiva fatta di rigorose selezioni delle materie prime e di costanti attenzioni verso la qualità dei processi di lavorazione, invece, è rimasta la stessa. Oltre 100 anni di esperienza, conoscenza della natura e delle materie prime, passione per il bello e per il design, innovazione tecnologica ed estetica per realizzare un parquet che emoziona, è bello da accarezzare e da guardare, è ecocompatibile e inconfondibilmente italiano.
Nel 2018 l’azienda ha dovuto affrontare una crisi, la quale, però, si è risolta in modo diverso rispetto alle altre. Nessuna chiusura, nessun salvataggio da parte di cordate industriali o fondi finanziari. A tenere a galla un’azienda ultracentenaria sono stati i dipendenti. I lavoratori hanno deciso di intraprendere un percorso audace e hanno acquistato l’azienda attraverso un Workers BuyOut divenendone proprietari.
Workers BuyOut
L’idea di riappropriarsi della società è venuta ad una ventina di dipendenti. Questi si sono rivolti a Legacoop la quale, sulla base della legge Marcora del 1985, ha messo a punto un programma di accompagnamento che permetteva ai lavoratori di costituirsi in cooperative per provare a salvare le imprese in crisi, investendo una buona parte delle proprie quote Naspi, ovvero le indennità mensili di disoccupazione, riscattandole dall’Inps e chiedendone l’anticipo a Banca Etica. I lavoratori hanno potuto contare anche sui fondi messi a disposizione da CFI, Cooperazione Finanza Impresa, la società partecipata dal ministero dello Sviluppo economico che promuove e finanzia la nascita di imprese cooperative, e da Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop.
Gli ex lavoratori della società in liquidazione hanno creato una cooperativa per conservare il proprio posto di lavoro e la capacità produttiva aziendale. Gazzotti ha potuto così continuare a produrre e a vendere i propri parquet in molti Paesi del mondo, oltre all’Italia, tra cui Corea del Sud, Turchia, Russia, Ungheria, Romania e Francia. Si è realizzato in questo modo il sogno di molti lavoratori: rilevare la propria azienda in crisi e salvarla dal fallimento.
«Siamo semplicemente lavoratori e lavoratrici che si sono messi il cappello degli imprenditori», ama commentare Andrea Signoretti, uno dei Board Member di Gazzotti 18. “18” come l’anno della rinascita, e anche come il numero di coloro che hanno fatto questa scelta coraggiosa.
La storia del Workers BuyOut di Gazzotti è un’epopea di determinazione che merita certamente di essere raccontata e celebrata.